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lunedì 5 aprile 2010

Cinema d'animazione: Simone Massi

Di Simone Massi abbiamo già parlato e siamo contenti di riprendere questo bell'articolo di Emiliano Fasano dal sito dell'Asifa che ci parla tra l'altro anche di Igor Imhoff nuovo docente al corso di animazione della Sede di Padova della Scuola Internazionale di Comics. «Trenta mesi di lavoro, tutti i giorni, a pochi centimetri dai tremila fogli che compongono l’animazione». È così che Simone Massi ha realizzato gli otto minuti di Nuvole, mani, il suo ultimo cortometraggio nel quale adotta l’uso di pastelli ad olio stesi su carta e poi graffiati con strumenti d’incisione che lo aveva già portato all’attenzione internazionale con il precedente La memoria dei cani. Marchigiano di Pergola, classe 1970, prima di fare corti animati era operaio in fabbrica. Solo a 23 anni si è iscritto all’Istituto Statale d’Arte di Urbino dove ha conseguito il titolo di «Maestro d’Arte» perfezionato in «Cinema d’Animazione». Da allora i suoi film brevi hanno girato il mondo trovando pubblico e riconoscimenti. I film e l’arte di Simone Massi saranno al centro della serata del 19 aprile di Corti d’autore. L’iniziativa che fa seguito a quella proposta a febbraio sulla Stop Motion, segna un ulteriore tappa di un’attiva collaborazione tra il CNC e ASIFA Italia, sezione italiana dell’Association Internationale du Film d’Animation nella curatela di appuntamenti dedicati al corto animato e ai suoi protagonisti, nell’intenzione che vi si ritrovino quanti per studio, mestiere o passione, abbiano a cuore l’arte dell’animazione. Alla serata intervengono il regista, il Direttore della Cineteca Italiana Matteo Pavesi che presenterà «Poesia bianca», il libro con dvd dedicato all’opera di Massi, e il critico Goffredo Fofi che subito confessa: Qui c’è un lato lirico e poetico, e un forte attaccamento alla terra. In Massi sento echi di Leopardi e di Licini, sento l’aria di una regione contadina e marinara che ha saputo conservare i legami con le radici. I corti di Massi contengono interi mondi: la Resistenza, Pavese, la campagna e i suoi animali, ma anche Kafka e Magritte. Le cose sono in continua metamorfosi: una faccia si muta in paesaggio, una finestra diventa una ferrovia. Se mi dicono che un film è bello o brutto, sono contento o mi dispiace, non ho altro da dire – afferma il regista. – Mi tocca quando qualcuno prova emozioni o vede nei miei lavori cose a cui non avevo pensato. È come capirsi con uno straniero, scambiarsi un sorriso o una stretta di mano. Ed è così che probabilmente accade a un festival di Clermont-Ferrand di alcuni anni fa in cui Massi incontra Hélène Vayssières, programming manager di ARTE France, intenta a cercare arte bella a cui dare sostanza (soldi e visibilità). L’autore marchigiano le descrive sapori e suoni della sua terra. È così che un racconto di memorie contadine e familiari trova occhi e orecchi attenti in una signora francese che decide di produrre La memoria dei cani collocando il nome di Massi tra quello dei grandi autori internazionali. La seconda parte della serata curata da Emiliano Fasano prevede, invece, una attualissima panoramica di corti animati apprezzati nell’ultima edizione del Festival International du Court Métrage di Clermont-Ferrand. È una sorta di omaggio alla kermesse d’Auvergne, dove i film brevi trovano principio e sostegno come è accaduto al nostro Simone Massi. Tra i film in programma: Percorso #0008-0209 dell’italianissimo Igor Imhoff, pittore che anima le sue silhouette rupestri immergendole in echi e suoni rubati a mondi sotterranei. Il suo racconto procede per attrazione e repulsione, sprofondamento e riemersione delle forme e degli “attori” che interpretano i raccordi. Non c’è storia. La narrazione è data dalla concatenazione degli elementi e dei loro movimenti. Ma sono tanti i motivi d’interesse del programma in cui saranno presentati: il candidato all’Oscar Logorama con i suoi 2500 brand animati dal collettivo francese H5; il rotoscopio dello spiazzante A family portrait di Joseph Pierce; Photograph of Jesus della regista Laurie Hill, che illustra le «richieste impossibili giunte nel corso degli anni al desk di Getty Images»: c’è chi ha bisogno di un’immagine di un dodo vivo, oppure vuole una foto di gruppo dei 12 astronauti che hanno messo piede sulla Luna, fino alla pia richiesta a cui allude il titolo.
(Le immaggini sono degli aventi diritto)