venerdì 8 luglio 2011
Fumetto: Maximilien Le Roy
Ecco la prima domanda e conseguente risposta di Maximilien Le Roy a Lo Spazio Bianco, dove ovviamente troverete il prezioso continuo...
Maximilien, tutti i tuoi libri sembrano essere ispirati a viaggi e esperienze vissute. Ci puoi parlare del tuo rapporto con la dimensione del viaggio, ciò che rappresenta per te?
Ci sono in effetti due cose che compenetrano: da un lato, viaggio il più possibile per spinta interiore e per bisogno. Amo fare quello che Cendrars chiama “vagabondare“. Zaino in spalla, e si parte per scoprire e comprendere culture e paesi unici e sconosciuti. E da questi viaggi possono nascere racconti e progetti. È il caso di Fair le Mur, per esempio: ero andato in Palestina per ragioni, direi, politiche e da questa esperienza è nato l’albo. Al contrario, mi capita regolarmente di avere in testa un progetto preciso, e di partire in viaggio per reperire le informazioni necessarie alla sua realizzazione. Sono stato in giro per l’Europa per lavorare su Nietzsche, nell’Est degli Stati Uniti per Thoreau o nel Vietnam per una storia che rievoca la decolonizzazione dell’Indocina. Prossimamente, andrò in Russia per un reportage a fumetti legato ad un poeta russo. E mille altri progetti dovrebbero condurmi ora qui, ora là. È qualcosa d’inebriante che mi permette di coniugare il piacere del viaggio a quello della scrittura e del disegno.