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domenica 8 aprile 2012

Scrittura creativa: "Venti corpi nella neve" di Giuliano Pasini



VIA SUGARPULP 


Sei un giovane professionista della comunicazione nato a Zocca, trasferito a Treviso per lavoro. Ti piace scrivere da sempre: lo fai con passione e umiltà. Leggendo i libri che ami, frequentando una scuola di scrittura, collezionando i tuoi esperimenti letterari senza mai dimenticarli. Un bel giorno ti accorgi che quegli esperimenti, quelle cartelle di word su cui hai passato un bel po’ di tempo, combaciano. Sembrano fondersi. Ne potrebbe venir fuori un libro, pensi. Magari tua moglie ti schernisce un po’, anche se sai che sotto sotto, seppure sia la tua critica più feroce, ti sostiene sempre.
Così partecipi ad un concorso.Ce ne sono parecchi in Italia, di concorsi letterari. Tutti promettono, pochi mantengono. Senza illusioni, così quasi per gioco, partecipi a un concorso.
Probabilmente la parola scrittore, quella strana parola che vuol dire un milione di cose, non ti passa neppure per la testa.
Il concorso a cui partecipi si chiama “Lo scrittore” ed è indetto dal gruppo editoriale Mauri Spagnol, uno dei più grandi in Italia. Il tuo libro, invece, si chiama “La giustizia dei martiri”. E’ un libro che parla di un sostituto commissario, Roberto Serra, di un paese, Case Rosse e di un segreto.
E’ il tuo libro, il tuo romanzo. Una storia che hai fatto vivere tu, parola per parola.Il concorso procede, la rosa dei partecipanti si assottiglia. Ogni volta che procedono le eliminatorie tu pensi: “Ma guarda, neppure stavolta mi hanno buttato fuori. Che culo.”
Però pensi che magari non è solo culo. La conferma ti arriva il giorno della proclamazione dei trenta vincitori. Tu sei fra quelli. Sarai pubblicato in ebook.Il tuo Roberto Serra e Case Rosse si moltiplicheranno, verranno tradotti in bit e byte e verranno letti altrove, da gente che non conosci, in tutta Italia.
La tua storia potrebbe finire qui. Ma quei miriadi di bit che illuminano led e formano parole ti hanno dato un’altra idea. E se io quei bit lì provassi a farli diventare minuscole macchie d’inchiostro? Pensi. Macchie d’inchiostro che formano parole e poi pagine?Così ci provi. E ancora, forse ci provi per gioco. Ma forse ora non è più tanto un gioco.
Il tuo libro, “La giustizia dei Martiri” entra dalla porta di alcune case editrici. Da alcune esce, in una resta. Ed è Fanucci, cavolo. Stanno lavorando a questa nuova collana chiamata Timecrime che inaugureranno pubblicando due autori anglofoni: Karin Slaughter e William Landay. Vogliono un italiano. Un italiano giovane, che scriva bene. Vogliono una bella storia nera. Vogliono il tuo libro.
Dai bit de “La giustizia dei martiri” nascono le parole d’inchiostro di “Venti corpi nella neve”.Il tuo primo romanzo, pubblicato da uno dei più grandi editori nazionali.
Ecco. Ora sai che non è più un gioco. Lo vedi alle presentazioni, agli incontri. Lo sai quando il tuo agente ti chiama, quando tutti ti chiedono a gran voce di scrivere ancora, di ordinare una serie di segni condivisi in una storia.
Tua moglie ti schernisce ancora, è ancora la tua più acerrima critica.
E meno male che è così, perché questa cosa qui che ti è successa avrebbe potuto far montare la testa a molti. A me l’avrebbe montata sicuramente, Giuliano, te lo dico senza remore.
Se poi, un giorno, guardando la classifica dei libri più venduti, avessi trovato il mio libro altissimo nella classifica di vendite, come è successo a te, non ti dico. Avrebbero messo una mia foto sul dizionario alla voce “Pavoneggiarsi”.
Tu, invece no, Giuliano. E questa è una cosa rara, lasciatelo dire da uno che ha incontrato il suo buon numero di scrittori
Finito il tuo libro, io ho ripensato a Serra. E’ una cosa che succede coi libri che funzionano, pensare a cosa starà facendo adesso il protagonista, dopo che l’ultima pagina è stata chiusa già da un po’.
So che sta tornando e so anche che hai ben presente che il secondo album è quello più difficile nella carriera di un artista, come diceva Anassagora.
Sì dicevo, ho ripensato al sostituto commissario Roberto Serra e a quella sua malattia (ma lui non vorrebbe che la chiamassi così) quella maledizione o dono che gli è piovuto dal cielo un giorno, quando era bambino, a causa di un tragico incidente. Ho pensato alla Danza, a quel talento che lo rende diverso, ancora più diverso quando si trova a Case Rosse, minuscolo quadrilatero di case sperduto nelle colline emiliane, geloso dei propri segreti e sospettoso con qualunque straniero, anche se, come Roberto, rappresenta la legge. Già perché i piccoli paesini hanno una legge tutta loro. E a volte hanno una giustizia tutta loro. Soprattutto quando i segreti di cui parlavo risalgono al tempo della seconda guerra mondiale, un tempo oscuro della nostra storia i cui martiri vanno ricordati.
Ecco, Giuliano: questa è la mia recensione. Come vedi sono stato un pessimo recensore: non ho parlato di Alice, l’amore perduto e ritrovato del tuo commissario, né ho accennato al questore Bernini o a quella faccia a mezzaluna di Sernagiotto. Non ho parlato dei morti al Pra’ Grand e degli altri corpi sepolti dalla neve. Non ho parlato dell’agente Manzini, del giornalista Bondi, del sindaco e degli altri abitanti di Case Rosse.
Sì, sono proprio un pessimo recensore ma anch’io oggi, ho voluto raccontare una storia: non la tua, né quella di Serra, ma quella di “Venti corpi nella neve”: il libro la cui costina bianca vedo spuntare laggiù su uno scaffale della mia libreria mentre scrivo queste ultime righe.
Un libro che una volta era solo un pensiero, poi è diventato un impulso elettrico, poi è diventato inchiostro e carta e che ora vive e, udite udite, credo si voglia moltiplicare molto presto.
Credo che sia una buona storia, che valeva la pena raccontare.
TITOLO: Venti corpi nella neve
AUTORE: Giuliano Pasini
EDITORE: Fanucci (Timecrime)
PP: 331
EURO: 7,70