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mercoledì 30 maggio 2012

Cinema d'animazione: Igor Imhoff e l' animazione made in italy



Via Wakeupnews.
L’animazione è sempre stato un campo in cui l’Italia ha potuto vantare una folta schiera di talenti: basti pensare ai fratelli Pagot (creatori di Calimero),Osvaldo Cavandoli e la sua Linea, Bruno Bozzetto(papà del simpaticissimo MiniVip), Emanuele Luzzati e il suo Pulcinella. In tempi recenti la vena creativa dell’animazione italiana tutt’altro che inaridita ha dato vita a progetti in grado di riscuotere grandi consensi in tutto il mondo, basti pensare al successo internazionale delle Winx. Parallelamente a questo tipo d’animazione si è sviluppato un sottobosco di animatori dallo stile personalissimo e dalle tematiche inconsuete.
Distribuzione Indipendente con i Corti – Pacchetto Arcobaleno ha voluto offrire al pubblico una rassegna di corti animati dal gusto particolare. Le opere che compongono il pacchetto seppur molto eterogenee per i toni e per le tecniche di realizzazione, hanno in comune una certa riflessione sulla circolarità del tempo e degli avvenimenti.
Senza Testa di Michele Bernardi, realizzato con le tecniche d’animazione “tradizionale”, ci propone la storia di un collezionista di teste, che ha raccolto innumerevoli teste umane nei suoi quarantanni di carriera senza che nessuno gli chiedesse di restituirgliela. Sempre Bernardi con Tinnitus#1 ci mostra come durante le azioni quotidiane i pensieri, i sogni, le angosce possono agire sulla mente dell’uomo.
In J di Virgilio Villoresi assistiamo a un metafisico gioco tra bambini immerso in un atmosfera che deve molto a de Chirico.
Si prosegue con Le Malinconiche pene del Grom, un singolare corto a passo uno in cui un bambolotto viene continuamente riportato in vita da un bambino che lo ha rinchiuso in una scatola. Una riflessione sulla condizione umana in cui il tempo si riavvolge su se stesso di continuo senza lasciar scampo. Nello stile di Paolo Gaudio s’intrecciano suggestioni Burtoniane e omaggi a Toy Story.
I due registi Niba e Matteo Giachella si presentano con una coppia di corti totalmente differenti per stili e atmosfere: Contrappasso uno, allucinante e allucinato viaggio in una realtà altra in cui l’inanimato prende il sopravvento e in un turbinio di luci, suoni stridenti e meccanismi infernali e cerca d’imitare la vita. Dall’altro lato troviamo Il Circo dei Fratelli Nibowsky, in cui lo stesso Niba interpreta uno stralunato saltimbanco alle prese con oggetti che non vogliono saperne di prestarsi ai suoi spettacoli, in un mix di atmosfere circensi, rimandi al cinema muto e citazioni dell’animatore Jan Svankmajer . Niba, volto noto per le sue bizzarre esibizioni nella trasmissione televisiva Zelig, e Giachella si dimostrano con questi due corti padroni d’un mondo immaginifico e multiforme che si nutre d’un immaginario che pesca nell’immaginario collettivo e nelle nevrosi contemporanee.

Con quest’ultima uscita di questa prima stagione, Distribuzione Indipendente si conferma portatrice di un Idea di Cinema che punta sulla creatività e sulle idee piuttosto che buttarsi a capofitto sul botteghino inseguendo i gusti del pubblico. Volendo fare un bilancio conclusivo di questa stagione non si può non rimanere soddisfatti di fronte a un catalogo che, a parte alcune pellicole poco entusiasmanti, si è dimostrato ricco di proposte stimolanti, frutto di una sapiente scelta operata da persone che amano davvero il Cinema.

Punto forte del pacchetto è senz’altro il dittico di corti animati dell’artista Igor Imhoff, (anche docente di cinema d'animazione alla Scuola Internazionale di Comics) una delle personalità più interessanti del panorama dell’animazione internazionale.
Nei suoi due percorsi (#0008-0209 e#0007-0308) Imhoff crea un mondo circolare in cui figure ataviche, prese di peso dall‘inconscio collettivo danno vita ad azioni senza causa, né effetto.
I personaggi che popolano l’immaginario dell’artista sono ispirati alle rappresentazioni dei popoli primitivi, dalle pitture rupestri fino ad arrivare ai dipinti degli aborigeni. I suoi regni estranianti e onirici catturano lo spettatore che finisce per dimenticare, almeno per un po’, la dittatura della consequenzialità e gli permettono di esplorare mondi che sono completamente Altri ma che al tempo stesso toccano corde nel profondo di ognuno.
Davide Schiano di Coscia