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sabato 29 dicembre 2012

Cinema d'animazione: Vietato in Italia!!!!BOH...


Via ILMATTINO
Qui il trailer 
di Oscar Cosulich
Era dal 1972, dai tempi di «Fritz il gatto» di Ralph Bakshi, tratto dal fumetto di Robert Crumb, che in Italia un cartoon non veniva vietato ai minori: allora i censori si erano turbati per le performance sessuali del gattone e il suo uso di droghe.


Quarant’anni dopo la storia si ripete con «La bottega dei suicidi», prima esperienza nel cinema d’animazione del francese Patrice Leconte, tratta dal best-seller di Jean Teulé e presentata fuori concorso a Cannes: il film racconta della florida impresa dei Tuvache che, in una metropoli oppressiva e schiacciata dalla crisi, forniscono ogni genere di opportunità a chi voglia suicidarsi, fino alla nascita del loro terzo figlio che, inspiegabilmente convinto che la vita è bella, scompaginerà il loro deprimente tran-tran.

La motivazione del divieto ai minori recita che «il tema del suicidio è trattato con estrema leggerezza e facilità di esecuzione, come se fosse un atto ordinario o un servizio da vendere al dettaglio creando il pericolo concreto di atti emulativi da parte di un pubblico più giovane, quali gli adolescenti che attraversano un’età critica. Per di più la rappresentazione sotto forma di cartone animato costituisce un veicolo che agevola nel pubblico più giovane la penetrazione di tale messaggio pericoloso». 


Ma Sandro Parenzo, che con la sua Videa avrebbe dovuto distribuire nelle sale il film dal 28 dicembre, non ci sta: «Il divieto è assurdo. Abbiamo fatto su questo film delizioso, di un autore affermato, un investimento notevole, a questo punto lo ritiro, è bestiale, lo faremo uscire in Svizzera e quando sarà il momento in homevideo. Abbiamo appena assistito ad un pomeriggio domenicale in tv con la D’Urso che alle tre intervistava una persona che spiegava come aveva strangolato la nipote, senza scandalo per nessuno, e poi questo film ha il divieto ai 18...», sbotta.

Leconte, a Roma per presentare il suo cartoon, è rimasto interdetto alla notizia: «Ho una nipotina di 8 anni e facendo il film ho pensato continuamente a lei, volevo far qualcosa che potesse vedere e apprezzare. Appena finito l’ho fatto vedere a lei e ai suoi compagni di scuola e tutti l’hanno adorato, identificandosi con il giovane e allegro Alan. I bambini, proprio come il nostro eroe, pensano che gli adulti siano fin troppo seri e tristi. Il messaggio del film è che la vita è bella, non era certo mia intenzione spingere la gente a suicidarsi. In Francia non è stato vietato, nemmeno in Belgio. In Spagna uscirà tra poco e poi è stato venduto in Svizzera, in Grecia, in Polonia, Giappone e Russia, da nessun’altra parte ci sono stati problemi. 
Questo divieto ridicolo è una beffa senza senso».