Non è un paese per vecchi è un romanzo scritto nel 2005 da Cormac McCarthy e pubblicato in Italia nel 2006 da Einaudi, nella collana Supercoralli, poi ristampato nel 2007 nella collana tascabile Super ET, con traduzione di Marina Testa, 251 pp.
Trama:
" Llewelyn Moss, un operaio texano trentaseienne, reduce del Vietnam, mentre è a caccia di antilopi nei territori selvaggi al confine con il Messico, si trova casualmente sulla scena di un recente regolamento di conti tra spacciatori di droga provenienti da oltre frontiera.
In uno dei veicoli crivellati da colpi di vario calibro, tra le vittime della sparatoria, l'uomo trova un messicano morente, che gli chiede dell'acqua. Alle sue spalle, sul pianale del pickup, una grande catasta di panetti di droga, ma nessun segno del denaro. Messosi alla ricerca del probabile sopravvissuto, lo trova morto con una cartella contenente numerose mazzette di denaro.
Credendo nel colpo di fortuna che cambia la vita, decide di trattenere il bottino e fugge dalla scena. Questa decisione impulsiva lo sprofonda automaticamente in un incubo di rimorso. Tornato la notte a soccorrere l'unico superstite ferito, il messicano che gli aveva chiesto dell'acqua, Moss viene intercettato e costretto a fuggire dalla roulotte in cui vive da tre anni con la moglie Carla Jean.
Viene braccato da una congrega di soggetti pericolosissimi, tra cui spicca un assassino diabolico e spietato, Anton Chigurh, che nelle sue implacabili esecuzioni predilige uno strumento di morte inconsueto, una pistola ad aria compressa che spara uno stantuffo metallico, normalmente usata nei mattatoi per uccidere il bestiame.
Anche lo sceriffo Ed Tom Bell, anziano tutore dell'ordine della contea, mosso da un ferreo, ma ormai desueto codice d'onore e da radicati sensi di colpa, si mette sulle tracce del fuggitivo, sperando di trovarlo per primo, in modo da aiutarlo a sfuggire alla micidiale rete di assassini che si sta serrando su di lui.
La tragedia incombe e la macchina letale messa involontariamente in moto dal gesto di Moss non si arresta, nemmeno dopo che l'uomo ha pagato con la vita il suo gesto e molti innocenti sono già caduti sotto i colpi dei suoi persecutori."
Il racconto, intervallato dalle rassegnate riflessioni dello sceriffo Bell, nella sua asciuttezza diventa anche uno strumento per interrogarsi sul significato dell'esistenza umana e sulla presenza di un disegno superiore che determina e guida le scelte che si compiono, anche quelle tragicamente sbagliate.
Al tempo stesso, assistendo a questa insensata mattanza di cui è quasi un passivo testimone, lo sceriffo riflette sulla deriva morale del genere umano e sulla progressiva barbarie cui sembrano avviate le nuove generazioni. Nei messaggi contenuti in questo romanzo inaspettatamente moraleggiante si percepisce una vibrante condanna dell'uso della droga e del disinteresse mostrato dalle famiglie contemporanee per l'educazione etica dei propri figli.